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27 Giugno 07Fisica e materiali | OTTICA
Un nanolaser dal Sol Levante
Dal Giappone, un nanolaser che necessita di pochissima potenza e capace di emettere anche singoli fotoni
Gli scienziati della Yokohama National University, in Giappone, hanno
costruito un nanolaser altamente efficiente che funziona a temperatura ambiente
e produce stabili e continui flussi di luce prossimi all’infrarosso. Il
dispositivo ha una larghezza di alcuni micron (milionesimi di metro), mentre la
componente che effettivamente produce il fascio laser ha dimensioni su scala
nanometrica (miliardesimi di metro). Il laser necessita inoltre di una potenza
tra le più basse, solo un microwatt. Il progetto – presentato su Optics Express,
giornale della Optical Society of America (OSA) - sarà utile soprattutto nella
realizzazione di circuiti miniaturizzati contenenti dispositivi ottici
(microchip).
Il nanolaser è fatto di un materiale semiconduttore
noto come GaInAsP (gallium indium arsenide phosphate). Le piccole
dimensioni e le alte performance sono rese possibili dalla struttura del
dispositivo - mostrato per la prima volta nel 1999 al California Institute of
Technology - noto come “laser a cristalli fotonici”. I ricercatori hanno
operato sulla struttura una serie ripetuta di fori creando uno schema chiamato
“cristallo fotonico”. Successivamente hanno introdotto volontariamente un
irregolarità, un difetto nello schema del cristallo, che impedisce nella
struttura le onde di luce della maggior parte dei colori ad eccezione di una
piccola banda di frequenze nella regione vicina all’irregolarità. Il laser,
inoltre, opera a temperatura ambiente, producendo un continuo fascio di
luce: un risultato difficile da ottenere perché richiede una attenta
gestione del consumo di energia e della dissipazione del calore.
Secondo il ricercatore Toshihiko Baba, il nuovo nanolaser può
essere utilizzato in due modi, a seconda del valore “Q” scelto. Q rappresenta
l’abilità di un sistema di oscillazione di mantenersi stabile prima di
disperdere la propria energia. Un esempio comune è il diapason (più è alto il
suo valore Q, più a lungo suonerà dopo essere stato colpito). Anche i laser sono
sistemi di oscillazione perché producono onde di luce che ripetutamente
rimbalzano avanti e indietro dentro il dispositivo per costruire il raggio di
luce. Se fatto funzionare a livelli alti di Q (20.000), il nanolaser sarà utile
per i microchip mentre a livelli intermedi (1500), avendo bisogno soltanto
di una piccolissima quantità di potenza per raggiungere la soglia di produzione
di luce laser, consentirà l’emissione di livelli molto bassi di luce, persino di
singoli fotoni. (m.r.)